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Il Lambrusco: tra storia e cultura

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Il Lambrusco rappresenta uno dei vini più antichi e diffusi nella campagna emiliana, dalle cui viti si produce un vino gioioso, versatile e piacevole, ed è proprio per questo motivo che viene considerato uno dei vini italiani più esportato al mondo.

L’origine del nome Lambrusco deriva dai termini latini labrum (margine) e ruscum (pianta spontanea), i Romani lo nominarono labrusca per indicare il crescere spontaneo di una vite nei perimetri dei campi. Essi bevevano il labrusca frizzante, utilizzando la rifermentazione in anfora: una volta riempite e tappate, venivano poste sotto terra o, in alternativa, immerse per metà in acqua gelida così da stabilizzare il vino a temperatura bassa.

Nel ‘900 i braccianti consideravano il vino necessario come il pane, indispensabile per poter affrontare nel modo giusto le giornate di duro lavoro.

L’importanza e i valori attribuiti al vino fecero di Modena la vera pietra miliare del Lambrusco, grazie all’attenzione posta da parte delle persone che vivevano in quella località.

Negli ’70 ottennero la Denominazione d’Origine Protetta (DOP):

  1. Il Lambrusco Grasparosa di Castelvetro;
  2. Il Lambrusco Salamino di Santa Croce;
  3. Il Lambrusco di Sorbara;
  4. Il Lambrusco di Modena (2009).

La loro coltivazione si estende per oltre 8.000 ettari di terreno, comprendendo le provincie di Modena, Reggio Emilia e Mantova (Lombardia).

Zona di produzione

  1. La provincia di Modena risulta essere storicamente l’aria più estesa, la cui viticultura vanta la produzione di ben quattro tipologie di Lambrusco:
  • Il Grasparossa si colloca nella fascia collinare a sud;
  • Il Sorbara si trova nella fascia territoriale mediana compresa tra i fiumi Panaro e Secchia;
  • Il Salamino Santa Croce ubicato a nord;
  • Il Lambrusco di Modena nei pressi della città.
  1. La provincia di Reggio Emilia presenta in collina la produzione del Lambrusco Montericco e del Grasparossa.
  2. Anche nella provincia di Parma il Lambrusco ha una sua importanza, infatti la produzione dei vini dovrà comprendere almeno l’85% la varietà Lambrusco Maestri.

Qual è il miglior Lambrusco?

il Lambrusco

 

Senza dubbio, il Lambrusco Maestri è tra i vini più amati a livello internazion

ale, si tratta di un vino semplice, vivace e fresco, da bere giovane molto spesso nella versione frizzante naturale.

I profumi risultano gradevoli e fruttati, mentre l’acidità naturale fornisce gusti secchi e dissetanti.

Il nome deriva dalla “Villa Maestri”, nel comune di San Pancrazio in provincia di Parma.

 

 

Altro vino di rilevante importanza è il Lambrusco Otello prodotto dalle cantine Ceci.

Parliamo del primo vino che ha ricevuto i cinque grappoli dell’Associazione Italiana Sommelier, il riconoscimento attribuito ai vini il cui nome è sinonimo di garanzia ed eccellenza.

Questo vino storico è il miglior Lambrusco che si possa desiderare, la cui tannicità lo rende ideale in abbinamento con i prodotti locali: salame di Felino alla Coppa di Parma, Prosciutto Crudo al Culatello di Zibello, salami tipici di Parma, lasagne alla bolognese, cotechino e zampone.

 

 

Infine, il Lambrusco Gran Cru Marcello rappresenta uno dei vini rossi più pregiati d’Italia, premiato all’International Wine Challenge di Londra e a Vinitaly 2011.

Si presenta con un gusto avvolgente, ampio, con note di more e dal profumo fruttato, con sentori di rose, frutti di bosco e marasca.

Si può accompagnare con: salumi, primi piatti a base di ragù e salse, anolini in brodo e piatti di pesce.

 

Merlot vs Lambrusco

Il Merlot è un vino francese, originario della zona di Bordeaux, dal colore rosso rubino con riflessi violacei, dai sentori di amarena e ciliegia. Si tratta di un vino diffuso in tante parti del mondo con risultati differenti, in Italia viene prodotto prevalentemente in Veneto.

Rispetto al Lambrusco, ha un sapore più asciutto e secco, con un retrogusto amarognolo.

Ricetta Sangria con Lambrusco

Ingredienti: Lambrusco (1 litro e mezzo), 50 gr. di zucchero, 750 gr. di gassosa, 2 chiodi di garofano, 1 stecca di vaniglia, 1 stecca di cannella, frutta a scelta (almeno di 3 tipi – 2 frutti per ogni tipo), 2 arance, 1 limone e 50 ml di brandy.

Preparazione: lavate, sbucciate e tagliate a dadini la frutta, riponendola in un recipiente a cui verrà aggiunto il brandy e lo zucchero.

Mescolate tutto e lasciate macerare per circa 1 h.
Dopo aver tagliato a fettine il limone e le arance, riponeteli da parte con la cannella, i chiodi di garofano e la vaniglia; nella terrina, in cui sono stati messi gli agrumi, vanno aggiunti il Lambrusco e la gassosa, lasciando riposare per qualche ora.
Successivamente andranno tolte le spezie dal recipiente ed aggiunta la frutta a pezzetti precedentemente preparata, mescolando il tutto e lasciando raffreddare la sangria in frigorifero con un coperchio o della pellicola trasparente.

Il Lambrusco nella cultura popolare

Come citato prima, il Lambrusco veniva considerato sin dal ‘900 una bevanda essenziale per i braccianti che andavano a lavorare. L’esigenza di avere un’elevata disponibilità di un vino fresco e leggero, portò la produzione del Lambrusco ad essere una delle attività principali di quel tempo nel territorio emiliano.

Il Lambrusco viene citato dal poeta Giosuè Carducci il quale, nella sua corrispondenza intrattenuta con la contessa Lovatelli, così parlava del Lambrusco: «Non sa Ella, signora Contessa, che Domineddio fece apposta il Lambrusco per innaffiare dell’animale caro ad Antonio abate? E io, per glorificare Dio e benedire la sua provvidenza, mi fermai a Modena a lungo a meditare la sapienza…».

Infine, nella cultura della musica moderna si ricorda Lambrusco & Pop Corn, brano musicale scritto e cantato da Luciano Ligabue (1991), in cui il cantautore racconta la storia di un viaggio attraverso i propri sogni in due terre, l’Emilia Romagna e gli Stati Uniti, senza cancellare il legame con la propria terra.

E voi avete mai degustato questo famoso vino? Fatemelo sapere nei commenti nell’attesa di un nuovo articolo!

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Fonte esterna: https://shop.silvanoromaniparma.it/lambrusco-come-si-fa

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